Opere realizzate
Restauro e riuso funzionale della Conca Fallata |
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La Conca Fallata è la seconda e la più alta delle quattordici conche che s’incontrano lungo il Naviglio da Milano a Pavia. E’ localizzata in un‘area urbana periferica, in zona Chiesa Rossa all’altezza del complesso industriale della cartiera Binda De Medici e del ponte canale sul Lambro meridionale; a circa 2.800 ml dal ponte del Trofeo in Darsena. |
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La Conca Fallata, come tutte le altre conche del Naviglio di Pavia, è costituita da due canali distinti e paralleli. Un canale laterale di derivazione detto “scaricatore o di soccorso”, ossia quel canale scoperto, posto a fianco del bacino navigabile di minori dimensioni, indispensabile per garantire la portata minima e assicurare il tirante d’acqua necessario per le bocche d’irrigazione durante le operazioni di chiusura della conca. Un secondo canale costituito da una vasca per la risalita e la discesa delle imbarcazioni, che viene riempito o svuotato in base alle necessità manovrando le porte. Una serie di paratoie all’imbocco dello scaricatore ne regolano il deflusso. |
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La conca copre un salto di 4.9 metri ed è attrezzata per il transito dei natanti con due porte vinciane: una a monte e una a valle. |
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Cenni storici |
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Il primo tratto di Naviglio Pavese fino alla Conca Fallata venne realizzato nel Seicento (allegato 2 e 3: disegni del progetto originale del XVII sec.–Ambrosiana, Raccolta Ferrari), ma con un’unica conca: la Conca cosiddetta Fallata, a memoria del fatto che i lavori si interruppero per difficoltà di concepimento dell’opera idraulica e di finanziamento dell’opera. I milanesi e i pavesi dovettero aspettare due secoli per vedere ultimato il Naviglio, quella grandiosa opera idraulica che Napoleone aveva imperativamente comandato di realizzare, iniziata durante il suo governo e poi completata nel 1819 dagli austriaci (allegato 4: disegno della costruzione del Sostegno del 1805). Riportiamo qui di seguito alcuni brani, sempre descritti da Giuseppe Bruschetti, relativi alle Norme seguite nella compilazione dei progetti di dettaglio per l’appalto delle opere del canale Navigabile e tabelle con dati tecnici. “Per gli elementi poi della costruzione effettiva dell’opera si descrivono di seguito le sponde del letto del canale dove fatte con semplice terra e dove con qualche muratura; e qui le sponde di terra si prescrivevano seminate di sementina di prato e ricoperte ne’cigli di cotiche di prato sovrapposte in piano le une alle altre, mentre per le sponde che volevansi con muri, i materiali di questi erano ora pietre cotte, ora ceppo ed anche di ciottoli”. “Precisate generalmente le facce ossia il contorno esteriore del sostegno, si esponevano nella descrizione dello opere anche gli elementi e le prescrizioni relative alla costruzione effettiva della stessa fabbrica, incominciando dalla palificazione da farsi avanti di intraprendere l’erezione dei muri di fondamento. Quivi adunque si distinguevano e si fissavano qualità, estensione e piano supremo di ciascuna parte di palificazione; qualità e dimensioni dè fondamenti sì di pietre che di bitume, e dei suoli o pavimenti di muratura per le varie parti del fondo della fabbrica. Poscia inoltrandosi a parlare delle altre parti superiori che costituiscono la fabbrica, si trattava più distintamente della soglia e del muro pel salto del sostegno, del muro di mezzo fra i due canali paralleli, e dei muri laterali per sponda dei medesimi canali; indi delle spalle del ponte e sponde della tratta di canale d’accompagnamento allo sbocco del sostegno e degli speroni per rinforzo di tutti questi muri. Si arrivava finalmente ai dettagli per la costruzione delle bocche caricanti e scaricanti il bacino del sostegno, ponticello, stivi e cappello sul canale scaricatore, archi del ponte allo sbocco del sostegno, strade laterali per l’alzaia ed armatura per la tratta di canale d’accompagnamento e per il successivo canale di scolo da aprirsi all’intraprendere della fabbrica di sostegno per l’oggetto di tenervi in asciutto il letto della fondazione. Esauriti di tal maniera e nella forma e nella costruzione i dettagli descrittivi per l’erezione della fabbrica, restavano da dichiararsi e determinarsi le così dette opere di legno per uso della medesima”. |
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Intervento di restauro |
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Il progetto della riqualificazione della Conca Fallata (ottobre 2004-dicembre 2006) del Naviglio di Pavia nasce da un'intuizione dell'Associazione Amici dei Navigli che riprende l'utilizzo del salto idraulico che le Cartiere Binda avevano già attuato all'interno dello storico stabilimento adiacente. AEM (oggi A2A) ed il Comune di Milano, raccogliendo positivamente la sollecitazione della Regione Lombardia, hanno reso possibile l'intervento nel quadro dello sviluppo delle energie rinnovabili e della ripresa della navigazione turistica sui navigli.
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Quando 9.000 litri al secondo compiono un salto di 4 metri e 66 centimetri, la caduta dell’acqua libera un’energia che, quando in precedenza vi erano i gradoni in granito, si traduceva in una forte agitazione dell’acqua priva di finalità (dissipazione dell’energia); con l’attuale presenza di della turbina si ha invece la trasformazione dell’energia da una forma, energia idraulica, ad un’altra forma, energia elettrica. |
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La principale difficoltà incontrata nella progettazione e realizzazione della mini-centrale è legata alla sua collocazione all’interno della conca e precisamente all’interno del canale derivatore. Oltre alla macchina, di forma tubolare molto compatta, è stato necessario realizzare un canale che sottopassa la turbina, detto “canale di by-pass” in grado di far passare l’acqua anche quando il macchinario è fermo per manutenzione o guasto. |
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PRINCIPALI DATI TECNICI DELLA CENTRALINA |
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salto motore idraulico: 4,66 m |
Il restauro e il recupero funzionale della Conchetta |
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La Conchetta è la prima e la più piccola delle quattordici conche che s’incontrano lungo il Naviglio da Milano a Pavia. E' localizzata in un‘area urbana centrale, all’ incrocio fra via Conchetta e via Ascanio Sforza, e fra l’ Alzaia e via Darwin; a circa 800ml dal ponte del Trofeo in Darsena ( allegato1:planimetria di inquadramento territoriale ). La Conchetta, come tutte le altre conche del Naviglio di Pavia, è costituita da due canali distinti e paralleli. Un canale laterale detto “scaricatore o di soccorso”, ossia quel canale scoperto posto a fianco del bacino navigabile di minori dimensioni, indispensabile per garantire la portata minima e assicurare il tirante d’acqua necessario per le bocche d’irrigazione durante le operazioni di chiusura della conca. Un secondo canale costituito da una vasca per la risalita e la discesa delle imbarcazioni, che viene riempito o svuotato in base alle necessità manovrando le porte. Tra un canale di soccorso e quello di navigazione si trovano dei passaggi, denominati scaricatori laterali, fondamentali durante la concata poiché hanno la funzione di scaricare le acque, tramite apposite saracinesche da un canale all’altro, permettendo un rapido svuotamento del bacino. La conca copre un salto di 1,8 metri ed è attrezzata per il transito dei natanti con due porte vinciane: una a monte e una a valle. |
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Cenni storici |
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Il primo tratto di Naviglio Pavese fino alla Conca Fallata venne realizzato nel Seicento, ma con un’unica conca: la Conca Fallata. I milanesi e i pavesi dovettero aspettare due secoli per vedere ultimato il Naviglio, quella grandiosa opera idraulica che Napoleone aveva imperativamente comandato di realizzare, iniziata durante il suo governo e poi completata nel 1819 dagli austriaci. |
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Riportiamo qui di seguito alcuni brani significativi del progetto del Naviglio Pavese e in particolare la storia della progettazione del primo sostegno la “Conchetta” illustrati da Giuseppe Bruschetti, un ingegnere idraulico che seguì da vicino i lavori e che per quella sua cronistoria utilizzò non solo i documenti ufficiali ma anche parecchi dati riferitigli verbalmente dai protagonisti. Riportiamo qui di seguito alcuni brani, sempre descritti da Giuseppe Bruschetti, relativi alle Norme seguite nella compilazione dei progetti di dettaglio per l’appalto delle opere del canale Navigabile e tabelle con dati tecnici. “Per gli elementi poi della costruzione effettiva dell’opera si descrivono di seguito le sponde del letto del canale dove fatte con semplice terra e dove con qualche muratura; e qui le sponde di terra si prescrivevano seminate di sementina di prato e ricoperte ne’cigli di cotiche di prato sovrapposte in piano le une alle altre, mentre per le sponde che volevansi con muri, i materiali di questi erano ora pietre cotte, ora ceppo ed anche di ciottoli”. “Precisate generalmente le facce ossia il contorno esteriore del sostegno, si esponevano nella descrizione dello opere anche gli elementi e le prescrizioni relative alla costruzione effettiva della stessa fabbrica, incominciando dalla palificazione da farsi avanti di intraprendere l’erezione dei muri di fondamento. Quivi adunque si distinguevano e si fissavano qualità, estensione e piano supremo di ciascuna parte di palificazione; qualità e dimensioni dè fondamenti sì di pietre che di bitume, e dei suoli o pavimenti di muratura per le varie parti del fondo della fabbrica. Poscia inoltrandosi a parlare delle altre parti superiori che costituiscono la fabbrica, si trattava più distintamente della soglia e del muro pel salto del sostegno, del muro di mezzo fra i dua canali paralleli, e dei muri laterali per sponda dei medesimi canali; indi delle spalle del ponte e sponde della tratta di canale d’accompagnamento allo sbocco del sostegno e degli speroni per rinforzo di tutti questi muri. Si arrivava finalmente ai dettagli per la costruzione delle bocche caricanti e scaricanti il bacino del sostegno, ponticello, stivi e cappello sul canale scaricatore, archi del ponte allo sbocco del sostegno, strade laterali per l’alzaia ed armatura per la tratta di canale d’accompagnamento e per il successivo canale di scolo da aprirsi all’intraprendere della fabbrica di sostegno per l’oggetto di tenervi in asciutto il letto della fondazione. Esauriti di tal maniera e nella forma e nella costruzione i dettagli descrittivi per l’erezione della fabbrica, restavano da dichiararsi e determinarsi le così dette opere di legno per uso della medesima”. |
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L’intervento di restauro |
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Dopo quasi trent’anni di disuso, grazie all’intervento di restauro e recupero funzionale attuato e finanziato dalla Regione Lombardia negli anni 2005 e 2006, si è tornato a navigare compiendo la “concata”e utilizzando il bacino della conca per superare con l’imbarcazione il dislivello di quasi due metri esistente in quel punto del canale. Al recupero ha contribuito anche il Rotary Club Milano Nord-Est per il progetto idraulico ed elettromeccanico. |
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Essendo ubicata in area urbana centrale sono state operate comunque delle scelte progettuali che in altri contesti potrebbero non verificarsi: si è optato per la ricostruzione della soglia storica ottocentesca, che qui più che nelle conche successive si palesava fattibile, annullando per quanto possibile le stratificazioni degli interventi postumi. |
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Il progetto di restauro ha comportato diverse fasi. A uno studio storico preliminare è seguito un approfondito esame diretto dei manufatti che sono stati rilevati, misurandone e fotografandone ogni parte, identificando i materiali componenti con campagne stratigrafiche dell’elevato e analisi svolte in collaborazione con il laboratorio di diagnostica del Politecnico. La restituzione grafica del rilievo materico ha costituito la base per definire le operazioni di restauro da eseguire fino a predisporre il progetto definitivo completo, comprendente sia le parti inerenti le opere civili di restauro che le opere impiantistiche del recupero funzionale. Il progetto esecutivo ha fornito i particolari costruttivi per la realizzazione delle opere e tutta la documentazione necessaria per procedere all’appalto. |
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La fase costruttiva di cantiere ha comportato l’identificazione dei materiali idonei al restauro, delle tecnologie appropriate e soprattutto dei costruttori, di non facile individuazione, in grado di fornire manufatti di produzione eminentemente artigianale con l’utilizzo di materiali e tecniche tradizionali nei tempi previsti e di rispondere all’esigenza di ricostruzione sulla base del modello storico originale. |